Origini del Bonsai
Per quanto potremmo immaginare che l’origine del Bonsai possa essere Giapponese, la sua storia ci insegna che le sue origini appartengono alla cultura dell’Antico Impero Cinese.
I Cinesi danno vita all’arte del “pun-sai” già prima del 700 d.C., quando iniziano ad applicare speciali tecniche di coltivazione di piccoli alberi in vaso.
La rivisitazione Giapponese arriverà più tardi, perfezionando l’arte del Bonsai come la conosciamo oggi.
Storia del Bonsai in Cina
Le prime testimonianze storiche dell’arte del pun-sai provengono da alcune pitture tombali dell’anno 706 d.C. del principe Zhang Huai, nelle quali sono raffigurate due dame di compagnia che offrono in dono paesaggi rocciosi in miniatura su piatti poco profondi.
Sempre in questo periodo storico ci furono le prime descrizioni di questi pun-sai. L’arte iniziò a svilupparsi grazie a conoscenze e pratiche già evolute, le quali ci fanno dedurre che la cura di questi piccoli alberi risalga a un periodo molto antecedente a quello delle prime testimonianze.
La percezione di questi piccoli alberi dalle forme particolari e contorte era legata al “sacro”, in contrapposizione al concetto di “profano”, poiché queste creature della natura non potevano essere utilizzate per alcuna finalità pratica o per scopi comuni, come il legname ad esempio. Le loro forme ricordavano alcune posture yoga, che più volte ripiegate su se stesse, fanno ricircolare i fluidi vitali.
Nel corso dei secoli successivi, si sviluppano diversi stili regionali ispirati alla varietà dei molti paesaggi del territorio cinese.
Molti poeti e scrittori dell’epoca descrissero i paesaggi in miniatura e molti pittori rappresentarono un albero nano come simbolo di uno stile di vita “colto”.
L’arrivo dell’arte Bonsai in Giappone
Il Giappone introduce l’arte di coltivare piante in vaso nel periodo Kamakura , durante la quale fa proprie la maggior parte delle caratteristiche culturali cinesi.
Si ritene che i primi paesaggi su lastra siano stati portati dalla Cina al Giappone almeno 1200 anni fa come souvenir religiosi.
Perché i giapponesi si interessarono tanto all’arte Bonsai?
Lo fecero sia per ragioni “geografiche”, in quanto l’estensione di territorio del Giappone è molto ridotta rispetto all’estensione della Cina e quindi la varietà di panorami era molto limitata, sia per ragioni spirituali, secondo alcuni dettami dovuti all’influenza del Buddhismo Zen. Il Buddhismo Zen Giapponese trova la bellezza nella massima essenzialità, un concetto spirituale che rivide nei piccoli alberi Bonsai in vaso una rappresentazione dell’universo.
Un’altra testimonianza storica deriva da un racconto popolare di fine ‘300 su un samurai povero che sacrificò i suoi ultimi 3 alberi nani in vaso per donare calore a un monaco vagabondo durante una fredda notte d’inverno. Questa storia divenne un popolare racconto teatrale e le cui immagini vennero rappresentare in varie forme espressive, tra cui anche xilografie.
La coltivazione di alberi in vaso si diffuse ed alla fine del 1700 iniziò a tenersi ogni anno una mostra di alberi di pino nano in vaso nella capitale Kyoto.
Gli alberi in miniatura furono rinominati Bonsai intorno all’anno 1800, quando un gruppo di studiosi delle arti cinesi di riunì per discutere gli stili degli alberi nani. Bonsai è semplicemente la pronuncia giapponese del termine pun-sai.
Nel 1923 ci fu un grande terremoto che devastò la zona di Tokyo. Un gruppo di trenta famiglie di coltivatori professionisti si trasferì a Omiya, e diedero origine a quello che divenne il centro della cultura giapponese Bonsai: Omiya Villaggio Bonsai.
Negli anni successivi la cultura e le tecniche Bonsai raggiunsero una tale maturità da poter passare da un approccio artigianale a una fase progettuale veramente artistica.
L’arrivo del Bonsai in Occidente
Nel 1637 fu registrato a Macao, in Cina, il primo contatto inglese con gli alberi nani. Furono numerosi poi i viaggiatori che citarono gli alberi nani nei loro racconti di viaggio dalla Cina o dal Giappone. Dalla fine dell’800 in poi, gli alberi nani vennero esposti in numerose mostre ed esposizioni in territori occidentali, mentre il primo libro interamente sugli alberi nani giapponesi è stato pubblicato in francese nel 1902.
John Naka, esperto Giapponese-Americano di Bonsai , diffonde l’insegnamento di persona e tramite i testi, prima in America e poi in tutto il mondo, incoraggiando l’utilizzo di specie autoctone. Fu a partire da questo momento che l’Occidente venne introdotto ai paesaggi del Giappone e agli stili di arte Bonsai.
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